Vogliate scusarmi, ma volevo presentarvi un piccolo estratto da un libro del sottoscritto di prossima edizione (credo verso fine estate) dal titolo “L’alimentazione naturale del cane” – edizioni Uboldi.
Si tratta sostanzialmente di un’alternativa semplice all’alimentazione industriale delle multinazionali per ritornare a un nutrimento più naturale, senza per questo arrivare alla soluzione estrema (e di difficile applicazione) del barf o alle tradizioni di altri tempi, quando ai cani si proponevano interiora, teste di pollo e coniglio e frattaglie che mettono ribrezzo alla maggior parte delle persone. Tra l’altro, oggi giorno molti cani si rifiutano di mangiare carne cruda o alimenti troppo grezzi e hanno sviluppato una certa raffinatezza del palato al pari a quella dell’uomo.
Il fatto è che secoli e secoli di domesticazione hanno ormai allontanato il cane moderno dal progenitore ancestrale. La maggior parte dei cani oggi sarebbe costretta ad “adattarsi” all’alimentazione naturale dei canidi selvatici. In alcuni casi ci sarebbe bisogno di integrazione con ingredienti divenuti importanti o irrinunciabili come carboidrati e fibre. In altri casi, accorgimenti quali la cottura scongiurano pericoli di parassiti e gravi malattie che in natura sono arginate solo da una spietata selezione naturale, assente nel cane domestico. Un semplice condimento o l’aggiunta di un pizzico di sale, invece, possono fare miracoli nell’aumento dell’appetibilità, senza peraltro nulla togliere ai principi nutrizionali.
Quello che mi sono riproposto di fare in quest’opera è di trovare un giusto mix tra tradizione e scienza, con un occhio di riguardo al portafoglio! Le case produttrici di mangimi, giocando sull’ignoranza della gente, ci propongono come alimenti di qualità carni ricercate (come agnello, struzzo, pesce bianco) e farine pregiate, quando questo non ha niente a che vedere con i principi nutritivi. Per l’alimentazione dei nostri fedeli amici si possono tranquillamente usare alimenti “di scarto”, cioè alimenti che non sarebbero utilizzati dall’uomo ma sono benissimo assimilabili dai cani senza alcun pregiudizio per la loro salute.
Nel lavoro che vi presento, sostanzialmente, ho ripreso le antiche soluzioni alimentari presenti nella tradizione d’allevamento, basate su ingredienti naturali e facilmente reperibili, soltanto modificate con piccole astuzie e artifici per renderle più presentabili, appetibili ai cani e accettabili per i proprietari. La preparazione, sempre semplicissima, tiene conto delle esigenze di tempo del proprietario medio, che oltre al cane ha giustamente impegni lavorativi e una casa da tirare avanti.
Buon divertimento.
Uccelletti alla Veneziana
In tempi di ristrettezze economiche, in molte culture passeri, cornacchie, tortore e piccioni selvatici, hanno costituito un importante fonte di sostentamento per gli stessi esseri umani. Al tempo stesso ci si liberava di animali nocivi che minacciavano il raccolto derubando i contadini di ingenti quantità di semi. Oggi in campagna, la lotta a questi nocivi si fa con i pesticidi e con altri mezzi decisamente meno etici e questi animali infestanti si sono in gran parte trasferiti nelle città, dove prosperano indisturbati, rovinando giardini e imbrattando i monumenti. Potremmo quindi, alla stessa stregua dei nostri nonni, unire l’utile al dilettevole, liberandoci da ospiti indesiderati e allo stesso tempo fornendo ai nostri fedeli compagni un alimento ancora naturale.
I passeri, per esempio, sono presenti in gran quantità in tutta Italia e si catturano molto facilmente con semplici trappole costituite da reti. Con un paio di catture è facile mettere insieme diverse centinaia di uccelletti. Per chi possiede cani di grande taglia suggerisco invece i piccioni, che infestano praticamente tutte le piazze del nostro Bel Paese.
La preparazione è quanto di più semplice: un bel paiolo di acqua bollente e penne e piume si staccano che è una meraviglia. Gli uccelletti si possono cuocere al forno o sbollentare nella pentola a pressione, con grande risparmio di tempo, accompagnati con un po’ di rosmarino o salvia e giusto un trito di cipolla per garantire un giusto apporto di fibra e migliorarne il sapore. Si accompagnano molto bene con la polenta, altro ingrediente di antica tradizione, di poca spesa e molta resa. Oggi abbiamo la grande comodità di poter utilizzare la polenta istantanea pronta in pochi minuti. Direi di attenersi alla vecchia formula dei cacciatori: una parte di carne e due parti di polenta per la razione normale. Formula che comunque può essere variata e personalizzata per esigenza particolari, come nel caso di cani anziani, cagne gestanti o puerpere, cuccioli in crescita o animali convalescenti.
Topi alla mugnaia
Un altro alimento del tutto naturale e di spesa nulla sono i topi.
So che molti lettori arricceranno il naso per questa scelta inusuale. Ma non dobbiamo dimenticare che i topi costituiscono un’importante fonte di sostentamento di molti animali selvatici. Lupi, volpi, sciacalli e coyotes non disdegnano, all’occorrenza, di cibarsi di piccoli roditori. In tempi non troppo lontani anche gli animali domestici erano soliti integrare la magra razione offerta dall’uomo con piccole prede cacciate in autonomia. I gatti erano cacciatori di topi per eccellenza, ma anche la predazione da parte dei cani era diffusa e comprensibilmente incoraggiata da parte dell’uomo.
D’altronde non pensiamo che l’alimentazione industriale sia totalmente priva di questo ingrediente, spesso infilato in modo anonimo sotto la voce “carni e derivati”.
Oggi la vita che offriamo ai nostri cani, spesso costretti in piccoli appartamenti o nei recinti degli allevamenti non permette più una predazione naturale. Ma possiamo aiutarli noi! I topi, purtroppo, sono ben presenti in prossimità di tutti gli insediamenti umani, sia in città che in campagna. E ancora una volta possiamo unire l’utile al dilettevole, liberandoci dai nocivi e allo stesso tempo nutrendo il cane. Data la loro diffusione, catturare i topi è molto facile. Bastano poche trappole tradizionali e in pochi giorni ne avremo decine e decine. Alcune persone possono trovare molto comodo conservarli in freezer fino al raggiungimento di una quantità adeguata che ci permetta di cucinare in una sola volta diverse razioni da surgelare. Anche in questo caso, si consigliano i comuni topi campagnoli per i cani di piccola taglia e i ratti per i loro colleghi di taglia più imponente.
Per renderli appetibili e per non turbare molti proprietari poco avvezzi ad avere a che fare con questi roditori, propongo una preparazione “alla mugnaia” che li trasformerà in tanti bocconcini anonimi da unire a pasta, pane secco o riso soffiato, per costituire la classica zuppona casalinga.
Innanzitutto occorrerà spellarli in acqua bollente.
A questo punto potremo lavare ed asciugare i sorcetti, quindi infarinarli leggermente e farli colorire bene da entrambi i lati in una padella con olio su fiamma viva. Infine salarli e porli su carta assorbente ad asciugare dell’olio in eccesso. In seguito, nella stessa padella, prepareremo una salsa di condimento. Aggiungeremo una noce di burro facendolo sciogliere senza friggere (non deve scurire) ed un filo d’ olio. Quando si saranno scaldati aggiungeremo mezzo bicchiere di latte e faremo evaporare. Assaggeremo la salsa per regolare eventualmente di sale ed aggiungere prezzemolo tritato. Se la salsa risultasse troppo liquida potemmo aggiungere un pezzetto di burro lavorato tra le dita con della farina, in modo che la assorba. Questa salsa farà da collante e permetterà ai sorcetti di amalgamarsi meglio con la pasta o il riso.
Gatto alla pizzaiola
Un’altra fonte proteica interessante e facilmente reperibile è il gatto, indicato soprattutto per animali di grossa taglia. Il gatto è un animale diffusissimo sia nelle città che nelle campagne. Oggi che rispetto al passato, i proprietari si fanno sempre più scrupoli ad eliminare i gattini alla nascita, sono presenti in grande sovrannumero rispetto alle possibilità di accoglienza della nostra società, tant’è che i gattili, stracolmi, devono sempre più spesso ricorrere a sistematiche soppressioni di massa. Procurarsi gatti è perciò oltre modo facile. Possiamo optare per la cattura di qualche randagio o di qualche gatto malaccudito di padroni irresponsabili che li lasciano vagabondare. Ma è abbastanza semplice anche trovare gatti in regalo da chi ha cucciolate o si ritrova a casa colonie prolifiche che non riesce a controllare.
La carne di gatto può anche costituire un un piatto saltuario cucinato all’occasione, con gatti investiti o con quelli (a chi non è capitato) che si sono incoscientemente inoltrati nel nostro giardino e i nostri cani ci fanno ritrovare senza vita sulla soglia dell’ingresso.
La ricetta che propongo è, una volta ancora, molto semplice: solita trafila di spellatura del gatto, poi in una padella antiaderente faremo soffriggere l’aglio nell’olio. Nel frattempo provvederemo a tagliare la carne a fettine e quando l’olio sarà ben caldo le faremo rosolare e dorare da entrambi i lati. Nella stessa padella verseremo poi i pelati, l’origano, il sale e il pepe e faremo restringere la salsa, aggiungendo di nuovo la carne precedentemente tolta. Queste fettine si accompagnano molto bene al risto o a un misto di cereali.
Pesci rossi alla provenzale
Una valida alternativa alla carne è costituita dal pesce. Anche in questo caso non è necessario rivolgersi a varietà di pesci pregiate e oltre agli scarti di pescheria e alle farine di pesce già noti agli allevatori, possiamo contare su tutti quei pesci che generalmente non sono destinati all’alimentazione umana. In prima linea i pesci rossi solitamente popolano stagni, vasche e fontane di città. Generalmente si riproducono a gran ritmo e se le vasche non vengono regolarmente svuotate la sovrappopolazione causa epidemie e morie generali che ristabiliscono il rapporto numerico con i metodi drastici della natura. Tanto vale quindi prelevarne piccole quantità, magari approfittando delle calde sere d’estate quando, a tarda ora, senza farsi scoprire, è possibile infilarsi nelle fontane e con appositi retini o a mani nude fare grande incetta di pesce.
Con i cani di grande taglia soprattutto, non dobbiamo preoccuparci troppo delle lische. I pesci andranno sventrati e ripuliti grossolanamente dalle interiora, dopo di che si potranno passare direttamente in forno dove doreranno in circa 15 minuti.
A parte prepareremo un trito di scalogno, con sale pepe e una foglia di alloro e lo faremo rosolare nell’olio aggiungendo successivamente alcuni pomodori tagliuzzati. Alla fine aggiungeremo il fondo di cottura del pesce aggiusteremo di sale e faremo ridurre il sugo a fuoco vivo per 6-8 minuti, per poi versarlo sui pesci sfilettati grossolanamente. E’ un piatto che si mescola molto bene al pane secco che tutti noi cinofili riceviamo gratuitamente da amici e parenti.
Cinese in umido
Di solito mastini, pastori e cani di grossa taglia vanno letteralmente pazzi per il cinese. E perché non sfruttare questa grande opportunità, oggi che viviamo un immigrazione così forte dai paesi dell’estremo oriente? Perché non fare ricchezza di ogni cosa e non beneficiare di culture diverse dalla nostra? Quest’ultimo suggerimento non vuole essere una ricetta vera e propria ma piuttosto un “metodo” come del resto lo è la stessa cucina cinese, i cui ingredienti variano notevolmente tra una regione e l’altra. Lascerò dunque al lettore la scelta della carne che comunque andrà fatta frollare e passata col girmi. A questo punto impasteremo tante polpette unendo la carne trita a lenticchie e farina di farro, le insaporiremo con rosmarino e le tufferemo in olio di girasole facendole friggere da ogni parte. In ultimo, aggiungeremo un filo di salsa di soia e coprendo il tutto lasceremo cuocere ancora per ulteriori tre minuti. Si aggiungerà poi zucchero, aceto e un po’ di sale e si coprirà nuovamente per altri sei minuti. Otterremo un piatto completo che potremo servire al cane senza bisogno di integrazioni.
Denis Ferretti