La prima esposizione canina competitiva si svolse alla Town Hall di Newcastle on Tyne (Inghilterra) il 28 e 29 Giugno 1859. Il primo ente cinofilo nazionale fu quello inglese (K.C. – Kennel Club) sorto nel 1873; quello italiano (E.N.C.I. – Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) fu fondato nel 1882.
Quando le esposizioni canine divennero sempre più popolari, la gente iniziò ad allevare i cani per il loro aspetto piuttosto che per la loro utilità.
La maggior parte delle razze canine era stata sviluppata per essere impiegata nei lavori più disparati.
Con l’invenzione delle macchine, la scarsità di selvaggina e i cambiamenti nell’ambiente, l’utilità dei cani da lavoro è diminuita.
Oggi, nessun bulldog combatte contro i tori, i Bassotti quasi mai cacciano tassi nei boschi della Germania e i Deerhounds raramente inseguono il cervo quasi estinto di Scozia.
Senza le esposizioni, queste razze – e altre come loro – probabilmente sarebbero già scomparse.
Molte razze non adottate dai cinofili sono in effetti scomparse.
Gli ultimi Pocket Beagles sono stati osservati nel 1941; sebbene fossero molto popolari come cani da caccia in Gran Bretagna – prima della Prima Guerra Mondiale – probabilmente ora sono estinti.
L’English Water Spaniel, il Talbot Hound ed il Large Water Dog sono spariti, assieme a molti altri. Se queste razze fossero state adottate dai cinofili, le loro possibilità di sopravvivenza sarebbero state di gran lunga maggiori.
Mentre il lavoro per i cani diminuisce, la tenuta di cani come animali da affezione e da compagnia aumenta.
Le razze che si sono evolute in taglia, aspetto e carattere che fossero compatibili con la gente hanno prosperato. Oggi, più che mai, la gente vuole cani distinti nel tipo, belli da vedere e che siano una gioia da tenere.
L’arte viene così a rientrare nella valutazione del cane e nel giudizio in esposizione.
Alle esposizioni, eccetto che nelle prove di obbedienza, il vincitore viene selezionato per opinione non sulla base di prove.
Ad un terrier non viene chiesto di cacciare topi. Ad un cane da riporto non viene chiesto di recuperare degli uccelli abbattuti. Ad un levriero non viene chiesto di percorrere di corsa qualche chilometro per testarne la resistenza ad alta velocità.
Osservandolo, tastandolo e, occasionalmente, misurandolo il giudice seleziona il cane che ritiene aderisca meglio allo standard di perfezione della razza.
Nella scienza, le cose sono ridotte a misure, conti, relazioni matematiche o risultati predicibili. Agli albori dell’Accademia Reale delle Scienze, se una questione non era misurabile non veniva neanche presa in considerazione. La base della scienza è la misura.
Se le esposizioni canine fossero una scienza, un comitato di misuratori potrebbe decidere su fatti certi; non ci sarebbe bisogno di alcun giudizio o giudice. Dal momento che il giudizio nel ring non dipende interamente da misurazioni, il giudicare viene classificato come un’arte.
Questo non significa che la conoscenza di principi scientifici non possa aiutare il giudizio, anzi.
Mediante una analisi scientifica della struttura del cane si può evidenziare che garretti «alti» (come nella lepre) sono più adatti per ottenere velocità iniziale; garretti «bassi» sono migliori per la resistenza; muscoli pesanti producono maggiore potenza e una buona inclinazione dell’osso della spalla produce una andatura «liscia».
Conoscendo questi fatti una persona è maggiormente in grado di selezionare il cane meglio qualificato per realizzare un determinato scopo. La conoscenza della scienza è un aiuto necessario all’arte del giudizio. Senza di questa il giudizio sarebbe infatti assai povero.
Quando si giudicano le qualità di un cane, vengono presi in considerazione i seguenti punti:
1. Lo scopo della razza
2. I principi scientifici che realizzano lo scopo
3. Lo standard scritto e le sue varie interpretazioni
4. L’attrattiva artistica o estetica
5. La tradizione (dettagli non scritti)
6. Il tipo
7. Lo stato di salute
8. I particolari decorativi
9. Il carattere
10. L’anatomia
11. La storia
12. Le regole dell’ente cinofilo organizzatore applicabili a tutti i cani che partecipano all’esposizione.
La sequenza numerica di questi punti non indica necessariamente il loro ordine di importanza.
Sono tutti essenziali, ma in alcune razze, uno potrebbe essere più importante di un altro.