La conoscenza dell’anatomia canina è essenziale sia per poter effettuare un giudizio soddisfacente sia per l’allevamento.
Una delle chiavi per comprendere l’anatomia è conoscerne la terminologia.
Molti libri forniscono un eccellente panoramica dell’anatomia canina e in forma di dizionario, corredato in genere da abbondanti illustrazioni, forniscono un’ottima guida sia visiva che concettuale alla terminologia specialistica, alle espressioni tecniche e semi-tecniche usate tanto nel mondo della cinofilia quanto nel mondo della letteratura cinologica specializzata.
I migliori testi di anatomia sono ovviamente quelli destinati agli studenti di veterinaria.
È opportuno prima di procedere ad una breve sintesi della costruzione anatomica e delle funzioni dei vari apparati dell’organismo del cane, premettere una chiara definizione delle terminologia impiegata nell’orientamento spaziale della sagoma corporea.
La terminologia è naturalmente quella impiegata in anatomia ed internazionalmente riconosciuta (Nomina Anatomica – Leningrado, 1970).
A tal fine si prospetta il corpo del cane in stazione quadrupedale, con la testa rivolta in avanti (posizione anatomica).
In questa posizione il corpo viene diviso verticalmente dalpiano mediano in una metà destra ed in una metà sinistra, pressoché simmetriche (antimeri), a parte alcuni particolari riguardanti i visceri.
Le intersezioni di questo piano con la superficie del corpo formano la linea mediana superiore ed inferiore.
Il piano mediano è spesso indicato anche come piano sagittale (per analogia con la sutura cranica di tal nome), ma questo termine è talvolta applicato anche a piani paralleli a quello mediano ai quali è dunque meglio far riferimento come piani paramediani o parasagittali.
I piani verticali ortogonali al piano mediano sono generalmente descritti come piani frontali (in inglese coronal dalla sutura cranica omonima).
Questa impalcatura tridimensionale di riferimento è completata dai piani orizzontali, che attraversano il corpo ortogonalmente rispetto al piano mediale ed a quello frontale.
Gli aggettivi anteriore e posteriore indicano rispettivamente le superfici anteriore e posteriore del corpo, compresi gli arti, in relazione ad un piano frontale intermedio.
Analogamente per i termini ventrale e dorsale in riferimento ad un piano orizzontale intermedio a livello del tronco.
Tutti questi termini in realtà sono più largamente usati per designare facce o superfici delle singole parti o per indicare la loro posizione relativa rispetto ad altre parti.
Gli aggettivi superiore ed inferiore indicano la posizione di strutture in senso verticale mentre gli aggettivi craniale (ocefalico) e caudale (oppure orale ed aborale) la posizione in senso orizzontale.
Per definire il rapporto di date parti con il piano mediano si usano i termini mediale e laterale.
Per gli arti si preferiscono invece i termini di prossimale edistale (più vicino o più lontano rispetto al centro della circolazione, o se si preferisce, nel caso degli arti, alla radice dell’arto).
Le superfici degli arti possono essere definite secondo la base scheletrica (ad es.: superficie radiale od ulnare) oppure in base al movimento che le avvicina (ad es.: superficie flessoria od estensoria).
Superficiale e profondo denotano la distanza di parti interne dalla superficie del corpo; termini pressoché simili,esterno ed interno, si riferiscono alla parete di formazioni cave.
Plantare (o palmare) e volare si riferiscono alla superficie flessoria ed estensoria del piede.
Non sempre le posizioni spaziali sono semplici; per le posizioni intermedie si ricorre a parole composte dal significato implicito (dorso-caudale, antero-laterale, etc.).
Un breve accenno anche per la nomenclatura utilizzata nei movimenti delle singole parti.
Flessione è il movimento di avvicinamento di capi ossei congiunti da una articolazione, estensione è il contrario (apertura dell’angolazione articolare).
Abduzione è il movimento di allontanamento di un raggio osseo dal tronco; adduzione il suo avvicinamento.
Circonduzione è la produzione di un movimento a superficie conica con vertice sull’articolazione su cui si svolge l’azione del relativo raggio osseo.
La rotazione è un movimento sull’asse longitudinale di un osso lungo.
Esistono ovviamente movimenti complessi prodotti dalla combinazione di questi movimenti semplici.
Ricordiamo inoltre i movimenti di pronazione e supinazionedel piede, prodotti dalla rotazione verso l’interno o l’esterno rispettivamente dell’avambraccio, movimenti molto evidenti nell’uomo ma ridottissimi nel cane.