Venerdì 23 Aprile scorso, presso la sede dell’Enci di Milano – nella Sala intitolata a Giuseppe Solaro – si è svolta, alla presenza di giudici, rappresentanti di club di razza e della stampa specializzata, la presentazione di due innovativi testi – editi da Edizioni Cinque (Workdogs) – che vanno ad arricchire il panorama editoriale italiano di cinologia.
Al convegno è stato anche possibile prendere visione – in anteprima assoluta – di una recentissima monografia sulle razze setter edita dall’Editrice Olimpia (“Il libro dei Setter” di Rossella Di Palma), con la presenza dell’Autrice.
La manifestazione si è svolta sotto l’egida del Rottweiler Club Italiano, sponsorizzata da Hill’s Petfood Italia e dalla stessa Edizioni Cinque, per cortese concessione dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, di cui si ringraziano Presidenza e Direzione per la cortese disponibilità.
Il primo dei testi presentati rappresenta una autentica novità nel panorama italiano sia per aggiornamento che per contenuti. Si tratta di “Cani e Razze Canine” di Mario Canton, dal chilometrico sottotitolo di “Struttura, conformazione e movimento. Questioni di cinotecnìa morfologico-funzionale”.
Si tratta di un testo sui cani e sulle problematiche che si incontrano nel valutare forma e funzione dei soggetti appartenenti alle diverse razze canine.
Non è un libro scritto pensando specificamente alle esigenze dei neofiti del mondo dei cani in quanto più orientato alla discussione di argomenti di cinologia che presuppongono una discreta conoscenza della anatomia e della fisiologia del cane domestico e delle varie razze che ne sono espressione.
Per agevolarne comunque la lettura da parte di chi non avesse consuetudine con la materia l’Autore ha aggiunto alcune considerazioni tecniche, che risulteranno senz’altro utili nella comprensione del testo.
I contenuti sono dedicati principalmente – ma non esclusivamente – alle connessioni tra conformazione strutturale e produzione di un efficiente movimento, che rappresenta l’attività fisica fondamentale per una esistenza sana e per lo svolgimento di qualsiasi altro tipo di prestazione utilitaristica.
L’esistenza di problemi legati al riconoscimento di una corretta morfologia legata al tipo di prestazioni motorie richieste alle singole razze è ampiamente dimostrata dalla diversità strutturale, talvolta notevole, dei soggetti che sono sottoposti alla sola selezione esteriore ed estetica, rispetto a quelli che provengono da una selezione puramente prestazionale attuata mediante il ripetuto accoppiamento tra i migliori perfomers, secondo il vecchio motto anglosassone «put the best into the best».
Quanto scritto in questo libro cerca, quindi, di fornire dati e motivazioni che supportino il giudizio morfologico e funzionale, per fini selettivi, ma intende, soprattutto, fornire al lettore degli strumenti di approfondimento.
Le considerazioni sulla correttezza strutturale dei cani non possono che avvenire su cani «di razza», perché in assenza di razza – intesa come prodotto di una selezione morfologica e attitudinale verso un determinato tipo di prestazione – ci sarebbe ben poco da valutare, salvo il riscontro di parametri fisiologici tali da garantire una normale esistenza in vita dell’animale.
Tale valutazione morfologica del cane di razza è per molti versi da considerare un’arte, particolarmente se si considera che il giudizio non si basa interamente su dati misurati o misurabili e specialmente per quanto riguarda le modalità e le capacità individuali di rilevazione dei dati da esaminare.
Si tratta di un’arte acquisibile con molta pazienza e applicazione come potranno testimoniare i molti allevatori e giudici cinofili sparsi per tutto il mondo e che richiede – come nel caso di molte altre attitudini umane – un’indubbia predisposizione soggettiva per il raggiungimento di livelli di eccellenza.
Ciò non toglie che grazie alle attuali conoscenze scientifiche e tecniche non si possa avvicinare molto l’esperienza e l’abilità di un esperto e non sia inoltre opportuno, proprio con le medesime conoscenze, dare adeguata giustificazione ai propri convincimenti.
L’importante è sapere cosa cercare, come cercarlo e infine come valutarlo, per trarne quindi conclusioni adeguate e utili a creare una scala di valori utilizzabile per le più diverse finalità, ma soprattutto – come ultima conseguenza – per l’ulteriore selezione e miglioramento delle singole razze.
Le impressioni estetiche di ciascuno possono essere senza dubbio interessanti, specialmente quando provengono da allevatori e specialisti con una lunga consuetudine con la razza.
Grazie alla loro immediata sensazione d’insieme – acquisita per aver esaminato nel tempo un gran numero di soggetti – gli esperti sono in grado di rilevare istintivamente e quasi istantaneamente pregi e difetti di un individuo.
Le impressioni estetiche individuali, però, sono spesso di scarsa utilità pratica, a meno che non siano sostenute da valide motivazioni o da spiegazioni che possano essere considerate sostenibili, almeno sino a che non si riscontrino incongruenze tali da suggerirne la sostituzione con concetti più adeguati.
Perciò le questioni che sono discusse o esposte in “Cani e Razze Canine” tendono a fornire concetti e osservazioni di supporto al giudizio morfologico-funzionale del cane di razza che siano scientificamente e tecnicamente accurate; il valore di tali conoscenze e argomentazioni, anche se apparentemente distanti dalla pura valutazione delle caratteristiche razziali, risiede nella considerazione che le stesse aprono agli occhi del cinofilo punti di vista sull’animale che molto spesso sono sconosciuti, trascurati o addirittura falsati.
Il secondo dei testi presentati rappresenta un’altra novità assoluta nel panorama italiano per la tipologia dei contenuti. Si tratta di “Lupi Travestiti. Le Origini Biologiche del Cane Domestico” di Barbara Gallicchio.
In questo libro, l’Autrice ha cercato di ricostruire la storia della nostra amicizia con il lupo e di come questo si sia trasformato nella vastissima gamma dei cani.
Darwin attribuiva la mirabile varietà che si può osservare nei colombi, nei cani e in altri animali addomesticati, al potere quasi illimitato della selezione. Possediamo, tuttavia, abbondanti prove empiriche del fatto che, anche profondendo sforzi enormi nell’allevamento, non sempre si ottengono i risultati voluti.
Oggi tentiamo di produrre modificazioni introducendo DNA estraneo nel loro codice genetico con tecniche di ingegneria genetica, non essendo riusciti a sviluppare tali caratteri per mezzo della selezione condotta sulla loro variazione naturale. Alla esplorazione di questi concetti, elaborati da Stephen Jay Gould, è dedicato “Lupi Travestiti”.
I temi trattati sono molteplici e vanno dall’addomesticamento, all’evoluzione dei carnivori, alle basi genetiche della formazione delle razze, alla loro classificazione ed evoluzione, all’ontogenesi del comportamento, alla comunicazioni fra i cani, alla nascita degli standard e del pedigree. E ancora riporta studi sull’origine delle razze, sui primi gruppi etnici, sui derivati dai vari Canis lupus, sui cani che vivono liberi, sul futuro delle razze canine e sulla pet-therapy. Particolarmente attuale – nell’attuale discussione sulla pericolosità dei cani – il capitolo sulla responsabilità di possedere un cane.
Il dibattito è stato vivo e partecipato, segno di un interesse per materie che a prima vista potrebbero forse sembrare ostiche, ma che tali non sono, e che ci consentono di approfondire la conoscenza del destinatario della nostra passione cinofila: il cane di razza.
————————————————-
Friday 31 December 2004 – ’galavrone‘ scrive:
|