Come si è detto altrove, la locomozione è l’atto di spostarsi da un posto all’altro, ma mentre tutti i cani sono in grado di farlo, pochissimi lo fanno allo stesso modo.
L’osservatore acuto sa che ci sono molte somiglianze nel modo di muoversi, ma sa anche che certe differenze indicano la probabile superiorità in determinate funzioni.
Le differenze nella sagoma corporea o nello stile del movimento sono criteri utilizzati dal Giudice per rafforzare la sua opinione su quale sia il soggetto migliore per un determinato scopo.
Nel ring il Giudice osserva i soggetti solo al trotto e ciò significa che dovrà valutare anche soggetti in un tipo di movimento per il quale questi soggetti non sono stati costruiti in maniera ottimale, dal punto di vista strutturale: per esempio, un Whippet non trotterà come uno sciacallo.
La differenza tra un esperto e un principiante è che l’esperto coglie immediatamente quello che il principiante potrebbe arrivare a vedere solo alla fine o scorgere casualmente.
Quando si dice che un Giudice ha un «buon occhio» per i cani, si vuole dire che il giudice ha allenato il suo cervello a cogliere l’immagine complessiva del cane, senza un intervento cosciente, e a riconoscervi istantaneamente qualità o mancanza di qualità.
Analogamente per il movimento: il «buon occhio» vede il cane muoversi e la valutazione ne consegue automaticamente, senza bisogno di un lento processo di analisi per ciascuno dei fattori coinvolti.
Il raggiungimento del «buon occhio» è un processo simile all’acquisizione dell’abilità nello scrivere e è molto lento.
Oltre all’osservazione è necessario qualche volta utilizzare la palpazione, per assicurarsi di alcuni fatti.
L’affermazione di avere un «buon occhio», che spesso si sente nel mondo della cinofilia, può essere interpretata anche come l’affermazione di saper effettuare delle scelte che ottengono il consenso di altri, ma senza conoscerne il motivo.
Questo è semplice consenso con ciò che altri hanno approvato, non è conoscenza.
Avere un «buon occhio» per ciò che altri approvano è importante, ma sapere perché una forma è preferibile a un’altra lo è molto di più.
L’esperto che raggiunge l’eccellenza è in grado di giustificare le proprie scelte e non ha bisogno di nascondersi dietro all’asserzione di avere un «buon occhio».
La speranza è che i fatti forniti in questa sede aumentino la capacità di spiegare a altri perché un soggetto è migliore di un altro.
Una volta che lo standard di una razza è stato approvato inizia il processo di miglioramento; in teoria gli allevatori dovrebbero migliorare la capacità di espletare la funzione originaria per la quale era stata creata la razza, qualunque sia.
Ma alle esposizioni la funzione originaria non viene testata quasi mai.
Non si chiede ad un Afgano di dimostrarsi un esperto galoppatore su terreni di montagna o a un Mastino di dimostrare la sua attitudine all’attacco o a un Segugio la sua attitudine a seguire la traccia oppure ad un Siberian Husky di dimostrarsi un buon corridore al traino su lunghe distanze.
Compare invece un nuovo obiettivo: vincere l’esposizione.
Quello che è necessario per vincere in esposizione potrebbe anche non avere alcun rapporto con quella che era la funzione originaria del cane.
Che gli allevatori ne siano o meno coscienti, la selezione alle esposizioni avviene comunque verso il miglioramento delle loro caratteristiche come animali da compagnia piuttosto che per l’efficiente espletamento delle loro funzioni originarie.
Alle esposizioni, che Allevatori e Giudici ne siano o meno coscienti, spesso vincono estetica e caratteristiche estreme, non la perfezione funzionale, e troppo spesso, purtroppo, il giudizio è orientato in questo senso, ad esempio, i Collies e i Borzoi hanno oggi una testa sempre più stretta.
Oggi si ritrovano nei ring molti modi inefficienti di trottare che sono assenti allo stato selvaggio, ma sono spettacolari da vedere.
Il punto è che una razza che entra nella cinofilia cambia la sua funzione iniziale in una nuova funzione, ed è questa che vince non l’originaria; e ciò che vince sarà allevato, indipendentemente da ogni altra considerazione.
Nella cinofilia moderna, la destinazione funzionale originaria della razza è marginale o irrilevante.