L’argomento è piuttosto complesso e, dato il tempo limitato a mia disposizione, dovrà necessariamente venir trattato in modo alquanto sommario.
Innanzitutto cosa significa “standard” in cinognostica ?
Standard è l’insieme di tutte quelle caratteristiche che un soggetto deve possedere per esser considerato a pieno diritto appartenente ad una determinata razza.
Ma che cos’è, propriamente, una razza ?
Razza è quell’insieme di individui appartenenti ad una certa specie i quali, sotto la pressione selettiva dell’ambiente, sviluppano e trasmettono alla loro progenie una serie di caratteristiche morfologiche e psichiche costanti.
Questo, in natura.
Nelle razze domestiche invece, la pressione ambientale è sostituita da quella umana che, mettendo al riparo un certo numero di soggetti dalla selezione naturale, permette loro egualmente di sopravvivere e di riprodursi mantenendo una serie di caratteristiche costanti e trasmissibili, ai fini di specifiche utilità.
Definito sommariamente il concetto di “standard”, veniamo ora a quello di “difetto” e del suo opposto, ovvero il “pregio”.
Diciamo innanzitutto che un “difetto” si può riscontrare solo in una razza domestica.
In natura, infatti, gli errori non sono ammessi e qualsiasi individuo difettoso, risultando svantaggiato rispetto ai suoi simili nella competizione, se anche riesce per avventura a sopravvivere, non giunge mai a riprodursi e quindi a trasmettere la tara della quale è portatore.
Un difetto è quindi da imputarsi sempre ad un’errore umano nella selezione, ossia ad una cattiva interpretazione dello standard.
Il contrario del difetto, il “pregio” è una caratteristica morfologica o psichica che si avvicina all’ideale descritto nello standard.
Un pregio può, a sua volta, esser distinto in “assoluto” oppure “relativo”.
Pregio assoluto è una caratteristica positiva comune a qualsiasi razza, per esempio un rene corto e muscoloso, un’intensa pigmentazione di occhi e mucose ecc…
Pregio relativo è una caratteristica positiva per una razza ma non necessariamente per un’altra. Un metacarpo moderatamente flesso, ad esempio, o una chiusura dentale “a forbice” è pregio per il pastore tedesco o il setter inglese, difetto per il boxer e così via.
La somma dei pregi relativi ad una determinata razza si definisce TIPO.
Ogni razza si costruisce e si sviluppa di conseguenza mediante la fissazione, a livello omozigotico, soprattutto dei pregi relativi.
Una volta che la grande maggioranza degli individui raggiunge la sua piena tipicità, una razza può considerarsi fissata.
Ma anche dopo che ciò è avvenuto, essa non può, per questo ritenersi del tutto al sicuro perché all’infallibilità della selezione naturale si sotituisce quella umana, la quale può venir influenzata da tendenze culturali che la portano ad un’errata interpretazione ed applicazione dello standard.
Ciò avviene quando al concetto fondamentale di BELLEZZA FUNZIONALE si sostituisce quello fallace di BELLEZZA CONVENZIONALE, ovvero legata alla moda del momento.
La bellezza convenzionale può portare alla decadenza o addirittura alla scomparsa di una razza canina, trasformandola un po’ alla volta in una penosa caricatura di sé stessa.
La bellezza convenzionale consiste nell’enfatizzare oltre misura i pregi relativi di una razza, per esempio esagerando le angolature posteriori nel pastore tedesco, il prognatismo nel boxer, il gigantismo nell’alano e così via.
E’ un po’ l’equivalente del “barocco” in campo artistico.
Bellezza funzionale significa, in conclusione, struttura atta a soddisfare nel migliore dei modi la funzione che un soggetto è chiamato a svolgere.
Nel caso specifico del pastore tedesco, quella di CANE DA PASTORE.
Tra tutti gli impieghi al servizio dell’uomo, quello di cane da CONDUZIONE DEL GREGGE è di gran lunga il più complesso e il meno specializzato e richede, di conseguenza, una serie di qualità fisiche e psichiche eccezionali.
Un buon cane da pastore deve possedere una complessione fisica robusta e resistente da trottatore, tale che gli consenta di utilizzare tutte le sue energie, con la minor dispersione possibile (il trotto è la più economica delle andature).
Dovrà inoltre presentare un carattere reattivo ma equilibrato, un notevole grado di dipendenza affettiva con il padrone che gli permetta di eseguire o addirittura di indovinare i suoi desideri, un buon grado di aggressività per altro sempre controllata, tale da incutere soggezione al gregge senza per questo terrorizzarlo rendendolo così ingovernabile.
Non è dunque un caso se, tra le razze canine, quelle da conduzione del gregge risultano regolarmente le più intelligenti, perché selezionate in base al criterio della bellezza funzionale.
Ed ora siamo finalmente pronti a rispondere alla domanda che ci sta’ più a cuore ovvero perché, tra le razze canine, quella del PASTORE TEDESCO detiene saldamente da sempre il primato mondiale di diffusione e molteplicità di impieghi.
Oltre al fatto di appartenere alle razze da conduzione del gregge, il che lo fa partire già da una posizione di vantaggio, il successo del pastore tedesco dipende anche da un altro importantissimo fattore, ovvero quello di una selezione MORFOCARATTERIALE estremamente severa e, ciò che più conta, in continua rapida evoluzione.
Questa selezione viene esercitata mediante una duplice azione.
A) Un sistematico controllo morfocaratteriale dei riproduttori.
B) Un peculiare sistema di giudizio nelle esposizioni specializzate o Raduni di Razza, che tiene in gran conto, il movimento, il carattere e la riproduzione (culminante nel Campionato d’Allevamento).
La fusione di questi due elementi fornisce la combinazione vincente che spiega il successo di questa razza.
A) Il controllo caratteriale è costruito dai cosiddetti brevetti “di lavoro”. Essi servono a verificare se il soggetto è in possesso di tutte le qualità psichiche ed attitudinali proprie della razza.
L’attuale tendenza “animalista” che critica il cosiddetto “attacco alla manica” non tiene conto di un importantissimo fattore, ovvero quello del controllo e dell’incanalamento dell’aggressività.
Come ben spiega Lorentz, nel “Cosiddetto Male”, più una specie è in possesso di formidabili armi di offesa, più è in grado di controllare la propria agressività nei confronti dei suoi conspecifici. In una gabbia, spiega Lorentz, è molto più pericolosa una colomba che un corvo: il secondo infatti non aggredisce mai il suo simile mentre la colomba può arrivare a beccarlo a morte.
L’attacco alla manica dunque non costituisce affatto una istigazione “a delinquere” bensì un’esercizio sportivo atto al pieno controllo dell’aggressività, né più né meno di una disciplina sportiva quale la scherma o il judo.
Ottenuto il (o i) “brevetto”, il soggetto viene sottoposto ad una prova morfocaratteriale, ovvero alla “selezione”, per superare la quale egli deve essere in possesso della “A” (esenzione da displasia), della resistenza (20 Km. al trotto) e infine di un sufficiente grado di tipicità).
B) Le esposizioni di razza. A differenza delle normali esposizioni ENCI, le esposizioni o raduni di razza non costituiscono un mero controllo morfofunzionale bensì un vero e proprio test nel quale vengono a misurarsi molte altre importanti qualità: la resistenza, l’ateltismo, la sicurezza caratteriale l’attenzione, la vivacità, la solidità dei legamenti, il tono muscolare e così via.
La selezione del pastore tedesco non è perciò statistica ma in CONTINUA EVOLUZIONE consentendo alla razza di migliorare costantemente, acquistando sempre un maggior numero di appassionati.
Ho volutamente tralasciato di illustrare nei dettagli lo Standard, (che ciascuno potrà andare a consultarsi quando creda) per ovvie ragioni di tempo a mia disposizione.
Per quel che concerne infine i DIFETTI, ritengo, senza per questo voler invadere un campo prettamente scientifico che non mi è proprio, che la grande maggioranza di essi siano ereditari e non dipendenti dall’ambiente.
Essi dipendono altresì da caratteri recessivi i quali si manifestano quando presenti in omozigosi.
Così il “pelo lungo”, il”blue” il “fegato”, il “bianco” ecc…
Quest’ultimo, quando non accompagnato da depigmentazione delle mucose e dell’iride (albinismo) è tollerato in alcuni paesi angolsassoni.
Perché è dunque da considerarsi un difetto?
Perché contraddice al principio di “bellezza funzionale”.
Un cane da conduzione del gregge infatti (a differenza di un cane da guardia del medesimo come ad esempio il maremmano) deve poter essere chiaramente distinto a colpo d’occhio sia dal pastore che lo comanda, sia dalle pecore che lo obbediscono!
Così gli SPERONI, assenti nel lupo ma ancora presenti in alcune razze canine (rari nel P.T.) residui atavici di quando il cane era ancora un plantigrado.
Così il prognatismo e l’enognatismo, entrambi gravi difetti funzionali. Recessiva è pure la mancanza di denti.
Si comporta pure da recessivo il nero (ma non costituisce difetto) rispetto al nero focato.
Dominante è invece il grigio rispetto al focato.
Recessivo è il mono o criptorchidimo (pressoché impossibile da debellare perché ereditario anche per via femminile), l’occhio chiaro, il cattivo portamento delle orecchie e così via.
Più difficile se non addirittura impossibile è stabilire le modalità di trasmissione di difetti quali il MANCINISMO, la generale LASSITA’ LEGAMENTOSA e così via, perché legati a una molteplicità di fattori.
Analogo discorso valga per la displasia dell’anca e del gomito, ma qui non voglio addentrarmi, lo ripeto, in un terreno che non mi è proprio.
Mi limiterò a concludere affermando a titolo personale, in base alla mia trentennale esperienza di allevatore e di giudice specialista, che qualsiasi DISARMONIA a carico dell’impalcatura scheletrica (sproporzione tra la lunghezza ed inclinazione dei vari segmenti ossei costituenti gli arti) influendo sulla ripartizione dei carichi e delle masse, non può che favorire l’espressività di anomalie cui sono soggette le articolazioni.
Allo stesso modo la generale lassività di legamenti, lo sfavorevole rapporto ossatura – muscolatura e così via.
Non ultima la mancanza di tonicità muscolare.
In ultima analisi una corretta anatomia, una buona asciuttezza e tonicità muscolare, un giusto equilibrio di masse corporee non può, alla lunga, che produrre una diminuzione dell’incidenza della displasia così come una più attenta selezione di riproduttori esenti influirà a sua volta sulla struttura generale della razza, contenendone alcuni eccessi ipertipici quali, ad esempio, le eccessive angolature del treno posteriore, conseguenza, a loro volta, di cifosi, scorrettezza degli appiombi e sovraffaticamento delle articolazioni.
Ed è con questa nota sostanzialmente ottimistica che mi piace concludere il mio intervento, augurando a tutti gli appassionati della nostra splendida razza un sempre maggior successo!
Mauro De Cillis