La nuova ordinanza del ministero della Salute a “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività dei cani“, meglio conosciuta come Ordinanza Sirchia, non ci soddisfa. Ma, parliamoci chiaramente, poteva anche andare molto peggio.
Chiamati al ministero della Salute a partecipare alla riunione durante la quale, in buona sostanza, la bozza dell’ordinanza è stata presentata agli addetti ai lavori, l’ENCI anche in questa occasione ha portato all’attenzione del ministero le problematiche di chi alleva e addestra cani di razza con grande serietà. Cercando di tutelare i diritti e gli interessi della cinofilia italiana.

Attraverso il sottoscritto e il rappresentante del MiPAF presso il Consiglio Direttivo, dott. Pezzano, l’ENCI ha in prima battuta contestato la stesura di una lista di tipologie canine “potenzialmente pericolose”. Appoggiati anche dalle associazioni veterinarie presenti al tavolo di lavoro, l’ENCI ha spiegato per l’ennesima volta che non ha alcun fondamento scientifico elencare razze “a rischio” e che le radici di una potenziale aggressività si trovano innanzitutto nel rapporto tra l’uomo e il cane (tra l’altro, l’elenco delle tipologie canine non tiene in alcuna considerazione la taglia dei cani non di razza al fine di individuarne la potenziale pericolosità).

L’ENCI ha, inoltre, vivacemente contestato la decisione di inserire nell’elenco il Mastino Napoletano, la cui presenza in lista, oltre a non avere fondamento scientifico, può danneggiare innanzitutto l’immagine di una razza che rappresenta un punto fermo del patrimonio culturale, oltre che zootecnico, dell’intera nazione.
Analoghe considerazioni vanno fatte, per esempio, per il Rottweiler, razza prestigiosamente allevata in Italia e sottoposta nel nostro paese sia a “prova di lavoro” sia a “prova di selezione” finalizzate soprattutto al controllo della docilità del carattere mediante verifica zootecnica.
Non bisogna comunque scordarsi che, fatto decisamente positivo di questa ordinanza, le tipologie canine della lista “a rischio di maggiore aggressività” sono scese a diciotto. Alani, Dobermann, Pastori Tedeschi, Boxer, Schnauzer, Terranova, San Bernardo, Bulldog, Pastori Bergamaschi erano presenti in qualità di cani potenzialmente pericolosi in quel pasticcio dell’ordinanza del settembre 2003. Oggi ne sono esclusi.
Ed è anche positivo il fatto che la dicitura “razze canine potenzialmente pericolose” presente nella bozza sottoposta all’attenzione dell’ENCI si sia trasformata in razze “a rischio di maggiore aggressività”. Un piccolo cambiamento di forma che, però, sottintende un lungo lavoro di mediazione che ha visto l’Ente protagonista per tutti questi mesi.

A proposito di trattative, l’ordinanza attuale prevede di applicare ai cani la museruola oppure il guinzaglio quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico. La museruola e il guinzaglio devono essere applicati contestualmente solo nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto. Tale obbligo, per altro, risulta dall’art. 83 del regolamento di polizia veterinaria approvato nel lontano 1954. Alle razze della famosa lista non si applica nulla di più di quanto previsto per tutti gli altri cani. E questo è stato un piccolo successo.

Resta il punto dell’addestramento inteso a “esaltare il rischio di maggiore aggressività” dei cani appartenenti alle razze elencate nella lista. Bisognerà vedere se, localmente, qualche magistrato o qualche ufficiale di polizia veterinaria non comprenda che le prove di lavoro dei Rottweiler, per esempio, sono finalizzate al controllo del cane e non ad esaltarne l’aggressività. Forse, una circolare esplicativa del ministero della Salute sarebbe auspicabile e potrebbe indicare la corretta interpretazione dell’ordinanza, valorizzando l’addestramento per fini zootecnici e salvaguardando quelle prove di lavoro che vengono organizzate sotto le storiche insegne dell’ENCI.
Insomma, il lavoro continua…

Fabrizio Crivellari

(testo integralmente riportato dal sito ufficiale dell’ENCI –www.enci.it)